Casa di Farinella - L'ass. Elba spiega come stanno veramente le cose
Riceviamo e pubblichiamo integralmente la presente missiva dell'assessore alla cultura del Comune di Putignano, afferente alla controversa vicenda 'Casa di Farinella
Putignano Ba - Proverò a spiegare con parole diverse quanto è stato già nei giorni scorsi chiaramente comunicato dal Sindaco Domenico Giannandrea, in merito alla vicenda della cosiddetta “Casa di Farinella”.
Sento tuttavia, innanzitutto, di dover esprimere il mio pensiero dinanzi alla scelta di definire nei termini di “indifferenza” e “disprezzo” l’atteggiamento che io avrei avuto nei confronti di chi ha messo a disposizione il materiale esposto nei locali della Biblioteca Comunale. Scegliendo poi, autonomamente, di prelevare lo stesso dalla Biblioteca, nonostante la nostra manifesta idea di ritenere la mostra sul Carnervale di straordinario valore ed "in piena sintonia con le linee progettuali dell’Assessorato" e dell’Amministrazione tutta, nonché la dichiarata ed indiscutibile volontà, più volte ribadita, di continuare a tenere esposto, come in passato, il materiale documentario messo a disposizione dell’Amministrazione stessa.
Non posso tacere, d'altro canto, il fatto che, l’utilizzo in particolare di quel termine “disprezzo”, usato forse troppo superficialmente e con poco senso di responsabilità, mi abbia profondamente ferita e indignata come persona. Essendo stato attribuito a me, cresciuta in una famiglia di saldi principi cristiani, un atteggiamento che ritengo non si addica né a me (e al mio modo di essere), né debba mai addirsi, a maggior ragione, ad un amministratore, chiamato a garantire esclusivamente il bene e l’interesse di tutti i cittadini, non solo di pochi.
Non posso non rilevare, poi, che la veemenza e la fermezza con cui lo stesso termine “disprezzo” è stato utilizzato, sembra palesare un “attacco” personale, che mi lascia sgomenta dinanzi alla facilità con cui lo stesso termine è stato ripetutamente utilizzato in merito a questioni e fatti legati alla "cultura", ma che, invece, forse nulla hanno a che vedere con la cultura, attenendo semmai al subdolo "vortice" della strumentalizzazione politica.
Sì, perché di strumentalizzazione politica si tratta, anche se qualcuno tenta maldestramente di nasconderlo. E per questo motivo non permetterò più - prendendo, se necessario, i dovuti provvedimenti - che siano proferiti insulti, dichiarazioni diffamatorie e non corrispondenti alla realtà, inerenti tanto la mia persona, quanto il mio operato, specie per quanto attiene le "scelte" culturali.
Mi chiedo poi (e rivolgo la domanda a chi legge) in che modo avrei potuto mai disprezzare chi ha condiviso con me - tra l’altro, per oltre un decennio - l'organizzazione di iniziative e attività culturali all’interno di una delle più attive associazioni culturali di Putignano, quale è stata “Porta Maggiore”, nonché soprattutto chi, come me, proviene da una formazione accademica?
La mia volontà di intervenire sull’argomento nasce pertanto anche da un’altra necessità: quella di preservare l’operato di tutti coloro che hanno contribuito negli ultimi mesi all’allestimento di mostre, presso la Biblioteca comunale, definite a più riprese, in pubblico ed in privato dei “mostri”. Un giudizio che, seppur interpretabile come strettamente personale da chi afferma di “non voler diventare complice di iniziative che sul piano culturale sono da definirsi ridicole”, finisce per offendere, soprattutto l’operato di coloro i quali hanno contribuito alla realizzazione di quelle mostre e di quelle iniziative a titolo totalmente gratuito.
Mostre, che pur nell’apprezzamento generale, sono state inevitabilmente travolte, queste sì, da un “disprezzo” certamente non meritato. Mentre invece, a mio parere, le stesse meritano pari dignità e medesima considerazione di altre più "nobili" iniziative. Questo lo dico tenendo conto, tra l’altro, che uno degli obiettivi dell’attuale Amministrazione è quello di promuovere, soprattutto in ambito culturale, un più ampio e diretto coinvolgimento dell’intera comunità cittadina, in tutte le sue articolazioni associative e private, in maniera più incisiva di quanto, ritengo, sia stato fatto in passato.
Torno, a questo punto, alla vicenda. È fatto assodato e assodabile mediante ogni sorta di documentazione presente ad oggi agli atti degli uffici comunali che non c’è stata alcuna volontà da parte dell’Amministrazione che rappresento, di voler (come qualcuno ha detto) “affossare” qualcosa o qualcuno, o addirittura di determinare l’"improvviso sgombero autorizzato", di una parte della mostra sul Carnevale, allestita alcuni anni fa, al tempo dell’Amministrazione del Sindaco De Miccolis.
Non è corretto parlare di “sgombero autorizzato”, ma è più corretto semmai riferire che i proprietari, hanno deliberatamente e legittimamente scelto di ritirare il materiale in questione. Tanto più che dall’inizio del nostro mandato ad oggi, non è stato prodotto alcun atto amministrativo contrario, affinché la stessa mostra continuasse a occupare i locali della Biblioteca Comunale.
E questo preso atto, tra l’altro, già nel giugno 2014, che non è presente alcun documento ufficiale, da me stessa richiesto agli uffici, che attesti, legittimi o sancisca l’esistenza o la nascita della “Casa di Farinella” e la conseguente occupazione degli ambienti della Biblioteca. Né tantomeno esistono, è bene sottolinearlo, atti amministrativi che certifichino l’esistenza o la nascita di un Museo della Cartapesta o del Carnevale.
Quanto poi a quest'ultimo argomento, il Museo del Carnevale, ho avuto già modo di dichiarare in passato, che la sua nascita è tra le priorità dell’attuale Amministrazione e con ogni sforzo tenteremo di raggiungere tale obiettivo.
Passando nuovamente agli atti, l’unico documento ufficiale inerente il materiale riguardante la mostra risulta essere dunque la delibera di giunta (la nr. 73 del 21.05.2014), che è stata sottoscritta solo alla data del 21 maggio 2014, ossia a pochi giorni dalla fine del precedente mandato amministrativo, nonostante la mostra risultasse già in essere da diversi anni.
Dalla lettura approfondita della stessa, avente ad oggetto l’“accettazione da parte dell’Amministrazione comunale della concessione in comodato d’uso gratuito di materiale fotografico, artistico e documentario da parte dei Sig.ri Pietro Sisto ed eredi Genco”, non emerge in nessun modo che le finalità di tale atto siano riconducibili alla volontà di realizzare un Museo, né mai si parla di una “mostra permanente”, così come mai si fa riferimento alla “Casa di Farinella”, né tantomeno nessuno della passata amministrazione, immediatamente dopo la sottoscrizione della delibera, sì è preoccupato (inspiegabilmente) di sottoscrivere alcun contratto di comodato d’uso, nonostante la mostra fosse fruibile già da diversi anni e nonostante l'atto in questione (il contratto di comodato d’uso) fosse un atto immediatamente consequenziale alla menzionata delibera.
Presa consapevolezza di questa situazione, del tutto anomala e carente dal punto di vista amministrativo, ritenendo tuttavia la raccolta documentaria e di manufatti in cartapesta di grande valenza per promuovere la conoscenza del Carnevale e delle tradizioni locali, l’attuale Amministrazione, sin dal suo insediamento - diversamente da quanto si vuol far credere - non solo ha inteso mantenere in vita il progetto maturato in seno alla precedente Amministrazione, ma ha manifestato altresì la volontà di voler ampliare la mostra stessa all’interno della Biblioteca, consapevole dell’inesistenza di un luogo più adatto e diverso dalla stessa, deputato a ospitare un’esposizione di tal sorta.
D’altra parte, in un’ottica di programmazione organica delle iniziative culturali connesse alla Biblioteca, nel legittimo convincimento che tale luogo vada inteso, non come un mero contenitore, ma come luogo attivo di cultura, destinato a tutte le fasce di pubblico e ad ogni sorta di attività culturale - in assenza, ribadisco, ad oggi, di altro luogo deputato a tale scopo - l’Amministrazione ha maturato, in merito alla mostra del Carnevale, il convincimento che occorreva modificare alcuni aspetti, non legati alla raccolta di documenti e materiali in sé, ma bensì, solo e soltanto, alle modalità di utilizzo dei locali e degli spazi della Biblioteca Comunale.
Occorre rimarcare però, che nelle proposte avanzate dai richiedenti, e agli atti di questi uffici, emergeva, accanto alla lodevole volontà dei proponenti di implementare la mostra, anche la perentoria richiesta - tra l’altro mai esplicitamente menzionata nelle predetta delibera - racchiusa nella formula “A CONDIZIONE CHE” (lo si può leggere dalle missive) l’Amministrazione si impegnasse “a rendere la mostra permanente e a non spostare il suddetto materiale dalle sale nelle quali attualmente si trova”, pena l’immediato ritiro del materiale da parte dei proprietari.
Sulla scorta di tali richieste, le proposte pervenute, ritenute comunque condivisibili e attuabili, così come più volte manifestato, sono state pertanto accolte seppure parzialmente. E ciò è stato comunicato durante gli incontri avvenuti con il Prof. Sisto, così come egli stesso ha ricordato, l'ultimo dei quali alla presenza mia, del Sindaco e del Segretario Generale.
Nello specifico in tale incontro, l'unica proposta, che abbiamo esplicitato al prof. per doverosa chiarezza, riguardava il fatto che la mostra era sì da ritenersi “permanente”, ad eccezione dei pochi momenti in cui sarebbe stata organizzata e resa fruibile ai cittadini una mostra/esposizione diversa da quella in questione, terminata la quale la mostra sul Carnevale sarebbe tornata immediatamente fruibile. Si tratta a mio parere di una proposta da considerarsi più che legittima, dato che, aimè, ad oggi Putignano non dispone ancora di altri luoghi idonei ad ospitare mostre/esposizioni di qualunque genere. In virtù di tale considerazione, il dato oggettivo è che una mostra permanente del Carnevale, o (sia chiaro) di qualsivoglia argomento, impedirebbe di fatto la realizzazione di mostre, seppur temporanee, di tema diverso, ma di pari dignità.
Fatte queste doverose precisazioni, che ritengo del tutto legittime e dai piú condivisibili, non abbiamo potuto far altro che subire dunque la decisione dei privati, evidentemente contrariati dalle nostre proposte, i quali, così come previsto dalla già citata delibera di giunta, senza necessità di motivazione alcuna e con una semplice nota di preavviso (inviata 15 giorni prima), avrebbero potuto riottenere, come poi avvenuto, i beni di loro proprietà.
A dimostrazione della sensibilità che l'Amministrazione nutre riguardo alla questione, nonostante ogni tentativo posto in essere per screditarne l’operato, voglio comunicare che a breve pubblicheremo una "manifestazione di interesse" rivolta a tutti i cittadini e soggetti interessati, con lo scopo di far “rinascere” la mostra, in forma di esposizione collettiva di manufatti e documenti sul Carnevale, per implementare e arricchire quanto già esiste.
Questo nella concreta speranza che si possa passare, quanto prima, dall'esposizione a un vero e proprio“ Museo del Carnevale". In tale ottica, sarà impegno dell’Amministrazione provvedere anche ad individuare locali idonei a tale scopo. Il mio auspicio più grande è, però, che anche chi oggi ha inteso privare i cittadini ed i turisti di materiale documentario di straordinaria importanza, possa ravvedersi e tornare sui propri passi per il bene della comunità.
Ciò detto, ribadisco, qualora ce ne fosse ancora bisogno, che l’attuale Amministrazione era ed è tutt’oggi disposta a continuare ad esporre, come avvenuto in passato, il materiale messo a suo tempo a disposizione dai privati summenzionati, tuttavia senza vincoli e/o imposizioni di sorta, nell’unico interesse dei putignanesi. Invito perciò nuovamente e pubblicamente i proponenti delle richieste agli atti a rivedere le rispettive posizioni, nella assoluta certezza che si possa, anzi si debba, giungere ad un accordo, sensato e lungimirante, che rispetti tanto le esigenze del pubblico quanto quelle privato.
L'assessore alla cultura e turismo Prof.ssa Emanuela Elba