Attualità

Prove tecniche di protesta per salvare l’ospedale di Putignano

Scritto da Patrizio Pulvento

La misura è colma: la chiusura del punto nascite questa volta ha scatenato la reazione della folla che annuncia un’azione di protesta senza precedenti

Putignano Ba – Chi pensava che i cittadini di Putignano restassero indifferenti dinanzi alla cruciale privazione di un servizio pubblico primario, quale quello destinato a tutelare il diritto alla salute, a quanto pare si sbagliava e ieri sera è stato vigorosamente smentito.

Come annunciato dal tam tam delle pagine dei social, numerosi gruppi di persone si sono presentati dinanzi all’ingresso del Santa Maria degli Angeli, alle 19 in punto di lunedì 3 luglio (ieri sera), al grido di ‘Giù le mani dal nostro ospedale’. 

In prima linea le future mamme in dolce attesa, pronte a dare battaglia per l’ingiusta e del tutto immotivata chiusura del punto nascite, con alle spalle una solida tradizione ultradecennale e numeri da record. Ma la folla che si è radunata dinanzi al S.Maria degli Angeli ha chiaramente espresso tutto il proprio dissenso per il progressivo depotenziamento degli ultimi anni e la prospettata chiusura di questo luogo di cura di antica tradizione, al servizio di un bacino territoriale del sud-est barese che tocca almeno otto comuni per una densità demografica di circa 200mila persone.  

L'iniziativa è partita dal basso, in un solo weekend, su impulso di un gruppo di liberi cittadini e senza regie politiche, per stimolare l'attenzione della comunità sulla questione ospedale e mettere le basi per una serie di azioni di protesta pacifica ma vibrante e incisiva.

Tra queste la preparazione di una protesta vera a propria da portare nei prossimi giorni (forse l'11 luglio data in cui si riunisce il consiglio regionale), sotto il palazzo della Regione Puglia a Bari. Nel frattempo, per tenere unita e motivata la folla è stata aperta una pagina facebook denominata: Giù Le mani dal Nostro Ospedale.

Su questa saranno raccolte proposte e comunicate tutte le iniziative salva-ospedale, intraprese dal gruppo promotore.

 

Alla mobilitazione erano presenti anche i rappresentanti dell'amministrazione comunale, con il sindaco Domenico Giannandrea in testa, il quale ha confermato che il ricorso al Tar incardinato dopo la raccolta delle 18mila firme di due anni fa e l’ultimo consiglio comunale monotematico con i sindaci dei comuni afferenti all’ospedale di Putignano, sta andando avanti e l’amministrazione confida che possa portare a breve a qualche risultato.

Nel ricorso infatti si richiede che il nostro presidio ospedaliero ottenga la classificazione di ospedale di Primo Livello, possedendone tutti i requisiti di legge. Il sindaco Giannandrea, si è detto disponibile ad organizzare un tavolo aperto con i cittadini per far confluire presso di lui tutte le istanze e le iniziative ad intraprendersi a difesa dell’ospedale, compresa la protesta che si sta organizzando per le prossime settimane. 

Più diretto l’intervento alla stampa del Senatore di Direzione Italia Piero Liuzzi, il quale ha dichiarato senza mezzi termini anche in una sua nota pubblicata due giorni fa, che le autorità regionali devono rivedere le loro decisioni in merito all’ospedale di Putignano: 'Non possiamo subire supinamente la decisione della Regione di chiudere il punto nascite di Putignano, ma occorre far ragionare il presidente Emiliano sulla necessità per i cittadini della Murgia del Sud-est di poter mettere al mondo bambini in piena serenità, senza dover affrontare viaggi disagevoli fra gli oltre 400 metri di collina e la quote mare.

 

 

Basta da solo l'argomento delle difficoltà logistiche per chiedere alla Regione Puglia di rivedere la decisione di chiudere il reparto di ginecologia ed ostetricia dell'ospedale di Putignano.

 

È una decisione tutta politica, di volontà politica che deve travalicare la logica dei numeri, degli aspetti statistici e dei rapporti matematici: alle comunità locali della Murgia dei Trulli stanziate sulle alture di questo comprensorio pugliese la politica del centrosinistra, che da dodici anni governa la Regione a suon di chiusure di reparti ospedalieri e di tagli alla spesa sanitaria, deve garantire le stesse condizioni degli abitanti dei grandi centri urbani posti sulla costa.

La Regione - conclude Liuzzi - tagliasse da qualche altra parte le voci in bilancio e lasciasse aperto il punto nascita di Putignano, perché dimostrerebbe, fra l'altro, che le politiche del welfare e di contrasto del calo demografico sono in cima alla missione di governo affidatagli dalle popolazioni votando l'altro ieri Vendola ed appena due anni fa Emiliano, entrambi fautori di onerose imposizioni fiscali regionali che dovrebbero tornare a beneficio dei pugliesi.

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