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Putignano - Focolaio alla "Di Brindisi Valentini": i positivi sono più di 70

Scritto da Patrizio Pulvento

Solo 4 i negativizzati in due settimane. Medici ottimisti, ma mancano infermieri e la Asl non dispone ancora di apparecchiature per radiografie in loco utli alla diagnosi delle polmoniti

Putignano Ba - Sono 58 su 60 gli ospiti contagiati dal covid-19 e praticamente tutti i dipendenti della struttura, 22 in tutto. Per un totale di 76 casi positivi al netto di soli 4 guariti in due settimane. Per la maggior parte si tratta di persone di Putignano, più altri provenienti dai comuni limitrofi.

Questa la situazione aggiornata alla RSA «Carmela di Brindisi Valentini», nel quartiere San Pietro Piturno di Putignano. Dato che contraddice nettamente i 39 casi annunciati circa due settimane fa in maniera piuttosto “soft” dalla sindaca Luciana Laera e che, da allora, nonostante la gravità della situazione, non ha più comunicato aggiornamenti in merito.

La situazione tuttavia sembra volgere al meglio, come ha spiegato il Dott. Gianni Intini che assieme alla Dott.ssa Rosa Donnaloia, del coordinamento sanitario in affiancamento al direttore della struttura Domenico Valentini sta cercando di traghettare la struttura fuori dall’emergenza.

«Siamo entrati nella struttura il giorno di Natale - spiega il medico - ed erano praticamente tutti positivi al tapone. Siamo alla fine della seconda settimana - prosegue - e ritengo che, salvo complicazioni, ci siano decisamente prospettive di miglioramento. Sulla base dell’esperienza maturata – deduce Intini - presso le altre strutture interessate da altrettanti focolai, sappiamo che sono necessari almeno 45 giorni per poter apprezzare i risultati del lavoro svolto e contare su un numero consistente di negativizzazioni».

La maggior parte dei soggetti contagiati è in cura all’interno della struttura con i protocolli terapeutici standard a base di antibiotici, eparina e cortisone, ossigeno, ecc.. In quattro casi si è reso necessario il ricovero per aggravamento causato da altre patologie. La prima di queste è deceduta l’altra notte. Le condizioni degli altri tre ricoverati sono comunque in progressivo miglioramento.

«Il vero nemico di questi anziani – prosegue il dott. Intini - è la depressione per via dell’isolamento sociale e della routine quotidiana ulteriormente ridimensionata anche all’interno della struttura e in più non è possibile somministrare farmaci antidepressivi».

Il team di professionisti appare tuttavia ottimista e la previsione è quella di un possibile ritorno alla normalità già dai primi di febbraio prossimo.

«L’unico dato negativo, rispetto ad Alberobello - rileva sempre Intini - dove abbiamo avuto più supporto dalla Asl con 6 infermieri esperti (due per turno), a Putignano ne abbiamo solo uno la mattina dei giorni feriali e siamo costretti a tamponare con volontari e personale meno esperto, reclutato alla bisogna. Inoltre – aggiunge Intini - dal primo giorno abbiamo richiesto alla Asl di Bari di poter effettuare le radiografie in loco con un dispositivo mobile, ma ad oggi a più di due settimane dall’insediamento, non abbiamo una sola radiografia, fondamentale per una diagnosi accurata».

Alla fine di questa settimana è previsto un nuovo giro di tamponi per verificare se la situazione migliora e se parte del personale, ancora in isolamento, potrà tornare al lavoro.

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