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Il procuratore De Lucia incontra gli studenti di "Giornalismo & Transmedialità", progetto del liceo Majorana-Laterza di Putignano

Scritto da Redazione

In occasione della presentazione del libro "La cattura. I misteri di Matteo Messina Denaro e la mafia che cambia" scritto dal procuratore assieme al giornalista Salvo Palazzolo

Putignano - Avvincente e coinvolgente il dialogo tra i giovani allievi dell'istituto putignanese e il capo procuratore di Palermo Maurizio De Lucia, colui che è stato coordinatore delle indagini e dell'arresto del boss mafioso Matteo Messina Denaro, dopo oltre trent'anni di latitanza.

Sabato 7 settembre sulla terrazza della bellissima location Dimora Clementina a Putignano, in una calda serata di fine estate, il magistrato ha risposto ai quesiti dei giovani intervistatori snocciolando episodi ed aneddoti legati alla propria lunga esperienza professionale nell’opera di contrasto alla criminalità organizzata.

Gli studenti, rappresentanza del più ampio gruppo di liceali coinvolti nel progetto "Giornalismo & Transmedialità" del liceo Majorana-Laterza e dell'associazione genitori Liceando APS Putignano, grazie alla collaborazione dell'associazione "Il Tassello Mancante" Putignano e alla disponibilità del procuratore De Lucia hanno potuto intervistarlo in prima persona.

Ed è proprio una sua frase che ci svela l'intento e le finalità di questo incontro con i ragazzi: "Cercare strumenti di comprensione della realtà alzando il proprio livello culturale. Tanti anni fa, quando io avevo la vostra età, i magistrati, gli uomini dello stato non si incontravano con gli studenti. Invece oggi si fa per accrescere la cultura dell'antimafia, della legalità."

In contrasto al fenomeno della mafia che evolve in forme sempre più elaborate ed intricate da rintracciare come ci suggerisce lo stesso magistrato in risposta a.. "In che maniera è cambiata la mafia nel tempo, quale la sua fisionomia oggi?"  "La mafia è una realtà veramente complessa. Io mi occupo di mafia da 30 anni - ci confida il procuratore - e non ho ancora colto del tutto alcuni aspetti perchè è una realtà elaborata e sofisticata in divenire, poichè si adatta alla realtà del territorio. Ci sono fasi in cui ha molto potere, altre meno. Ci sono periodi in cui mostra tutta la sua recrudescenza con omicidi anche di uomini dello stato o vittime innocenti, altri periodi in cui sceglie di non farlo o non è in condizioni di compiere azioni cruente. Quindi una realtà che si adegua alle azioni dello Stato, ma principalmente si adatta all'economia presente sul territorio. Per esempio, se voi andate nel Trapanese, la terra di Messina Denaro, trovate un sacco di parchi eolici, che producono "energia verde". Però non trovate l'altra forma di produzione di energia pulita e verde: il solare con i pannelli fotovoltaici, nonostante la Sicilia sia una terra "baciata" dal sole. Perchè? Perché i pannelli fotovoltaici bisogna importarli. Le pale eoliche invece si fanno con grande utilizzo di cemento e quindi facendo ricorso alle cave locali, da sempre interesse economico dei mafiosi. Quindi la mafia è stata capace di orientare le scelte in tema di energia rinnovabile traendone profitto attraverso le sovvenzioni pubbliche per le aree verdi."

E prendiamo in prestito un'altra risposta illuminante del procuratore (l'intero incontro lo potete seguire nel video integrale inserito nell'articolo e interamente girato dai ragazzi di Giornalismo e Transmedialità) a proposito di quelli che lui definisce capisaldi della cultura della legalità: "La lotta alla mafia si vince con la cultura e con l'economia. Con l'economia perchè bisogna dare ai ragazzi possibilità di lavoro, occasioni professionali interessanti che non permettano di guardare alla mafia come unica possibilità di benessere, ma illegale. E la consapevolezza della legalità nasce dalla crescita culturale che pone la giustizia e la liceità al centro di ogni possibile sviluppo".

E quindi anche grazie alla scuola può nascere un futuro contro tutte le forme di mafia e criminalità. Questo incontro potrà, certamente, aiutare a continuare la riflessione e il comune impegno per un futuro libero dalla mafia.

Maurizio De Lucia

Maurizio De Lucia nasce nel 1961. Di origine triestina, è campano d’adozione. Entra in magistratura nel 1990, svolgendo il primo incarico come Sostituto Procuratore alla Procura del Tribunale di Palermo, durante il periodo delle stragi di Capaci e via D’Amelio. Ha condotto alcune delle principali inchieste della Procura di Palermo negli anni ’90: sulla Tangentopoli siciliana, le infiltrazioni di Cosa Nostra nel mondo degli appalti, il processo al Grande mandamento. Nei primi anni Duemila, le sue inchieste hanno demolito la rete di favoreggiatori del superlatitante Bernardo Provenzano, catturato l’11 aprile 2006. Dal giugno 2009 al luglio 2017 è stato Sostituto Procuratore della Direzione Nazionale Antimafia, coordinando le indagini sulle stragi di mafia ’92. Dopo l’incarico nazionale, diventa Procuratore Capo della Procura di Messina per poi ricoprire la carica di Procuratore Capo della Procura di Palermo dal 2022, coordinando le indagini e la cattura del superlatitante Matteo Messina Denaro, il 16 gennaio 2023.

Il libro: "La cattura. I misteri di Matteo Messina Denaro e la mafia che cambia"

Sabato 7 settembre presso le Cantine Aiello a Putignano si è tenuta la presentazione del libro organizzata dall'associazione "Il Tassello Mancante" Putignano. L'incontro, moderato dal giornalista Mario Valentino ha visto la partecipazione dell'avvocato Mario Malcangi, socio dell'associazione culturale "Il Tassello Mancante".  Un racconto in presa diretta della cattura di Matteo Messina Denaro e un'indagine profonda nei segreti della mafia di ieri e di oggi, con testimonianze e documenti inediti. "L'abbiamo preso!" urla al telefono il colonnello dei carabinieri. Sono le 9.12 del 16 gennaio 2023 e con quella telefonata la storia d'Italia cambia per sempre. A Palermo è stato arrestato, dopo trent'anni di latitanza, l'ultimo mafioso stragista ancora in libertà, il criminale più ricercato al mondo: Matteo Messina Denaro. Pupillo di Salvatore Riina, è il padrino che ha cambiato il volto della mafia dopo la stagione delle bombe, il boss che dalla strategia stragista ha proiettato l'organizzazione verso affari sempre più lucrosi. Nel suo covo di Campobello di Mazara ci sono quasi mille pizzini, la fotografia più aggiornata della mafia oggi: perché "la corona c'è chi se la eredita dalla famiglia, chi la riceve direttamente dal cielo. Chi se la prende con le proprie mani". A raccontare l'ossessione di trent'anni e i retroscena della cattura è il procuratore di Palermo, Maurizio de Lucia, che firma un intenso racconto con l'inviato di "Repubblica" Salvo Palazzolo. Un libro che ripercorre i segreti più profondi della primula rossa di Cosa nostra, dalle stragi del 1992-1993 alle complicità eccellenti, e che si arricchisce a ogni pagina di colpi di scena: la lunga indagine che ha portato alla cattura di Messina Denaro è stata costellata da imprevisti e dall'ombra di misteriose talpe ancora senza nome.

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