Cronaca

Si presenta al Servizio di Igiene Mentale di Putignano con la pistola in tasca

Scritto da Patrizio Pulvento

La psichiatra riesce a farsela consegnare senza conseguenze. Per fortuna si trattava di una scacciacani, ma l’accaduto fa riflettere

Putignano Ba -  E’ accaduto ieri mattina intorno alle ore 10 al Dipartimento di Igiene Mentale della Asl Ba a Putignano. Un paziente psichiatrico sui 35 anni, originario di Alberobello, da poco preso in carico dal Servizio di Igiene Mentale, dapprima ha fatto normalmente il suo ingresso nella sala d’attesa della struttura sanitaria, a quell’ora affollata di gente.

Alcuni testimoni riferiscono che il 30enne sembrava già un po’ irrequieto, tanto da insospettire i presenti. E difatti poco dopo l’uomo ha riferito alla dottoressa che si occupa del suo caso, con fare beffardo, di avere in tasca una pistola.

Il sangue freddo e le procedure pure previste per i casi psichiatrici più problematici considerati a rischio, hanno consentito alla professionista di gestire con destrezza la situazione, tant’è che poco dopo è riuscita non solo a persuadere il paziente a mostrargliela, ma a farsela addirittura consegnare.A quel punto è stato possibile appurare che si trattava di una pistola scacciacani con tappo rosso, del tutto inoffensiva.

l tutto si è risolto dunque senza conseguenze e il paziente, evidentmeente su di giri, è stato rapidamente ricondotto a più miti consigli. Ma quel tentativo velato di intimidazione poteva degenerare e andare a finire male come già altri simili casi di cronaca ci hanno raccontato.

Quanto stava accadendo tuttavia non è passato inosservato al resto del personale sanitario presente nella struttura che, nel frattempo, aveva allertato le forze dell’ordine. Ai  carabinieri sopraggiunti poco dopo l’uomo infatti non ha opposto alcuna resistenza ed è stato convocato in caserma assieme alla ddottoressa, per riferire sull'accaduto. 

In considerazione dello stato mentale alterato ed essendo peraltro finta la pistola utilizzata, non gli è stato contestato alcun reato ed è stato riaffidato alla famiglia di origine con la quale vive a Castellana Grotte. Si tratterebbe infatti di un giovane paziente, solo di recente preso in carico dal SIM, del quale non è ancora disponibile un quadro clinico completo, pertanto non ancora sottoposto ad un piano terapeutico e che, a seguito di questo episodio sarà sottoposto ad ulteriori esami.

Il tutto si è risolto dunque senza conseguenze e il paziente, evidentmeente su di giri, è stato rapidamente ricondotto a più miti consigli. Ma quel tentativo velato di intimidazione poteva degenerare e andare a finire male come già altri simili casi di cronaca ci hanno raccontato.

L’accaduto ha inevitabilmente riportato alla memoria la vicenda della dottoressa Paola Labriola nel 2013, psichiatra assassinata con 28 coltellate da un folle mentre prestava servizio al Servizio di Igiene Mentale di Bari, nonché i recenti episodi relativi ad aggressioni di medici di guardia, pronto soccorso e 118.

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