Putignano epicentro della grandinata di ieri: gravi i danni all'agricoltura
Coldiretti: «Azzerato un anno di lavoro. Alla crisi da emergenza covid si sommano i danni da maltempo»
Putignano Ba - Alla violenta grandinata di ieri aveva fatto seguito il solito "diluvio", di immagini su Facebook, accompangnate da commenti più o meno folkloristici ormai tipici degli assidui dei social che ormai credono di vivere costantemente in un reality. Purtroppo invece, le reali e allarmanti conseguenze economiche della sferzata di maltempo di ieri con pesanti pesanti ricadute sull'agricoltura, non sono affatto uno scherzo.
Una analisi come sempre accurata sulla questione arriva da Coldiretti Puglia che dichiara: «Ennesimo bollettino di guerra nelle campagne in Puglia, dove i tecnici di Coldiretti stanno verificando i danni ad Ascoli Satriano, Candela, Cerignola, San Severo, Borgo Tavernola, Apricena e San Severo, con il ritardo nelle operazioni di trebbiatura del grano, i campi allagati di pomodoro e le ripercussioni della grandinata violenta in provincia di Bari con epicentro a Putignano.
“Il 2020 è certamente un anno orribile per l’agricoltura pugliese, dove alla grave crisi di liquidità delle aziende agricole causata dall’emergenza Covid, si aggiungono i danni delle improvvise e letali ondate di maltempo che con grandinate, bombe d’acqua, gelate e trombe d’aria al loro passaggio restituiscono campi allagati, smottamenti e raccolti gravemente compromessi”, denuncia Savino Muraglia, presidente di Coldiretti Puglia.
E’ il bilancio drammatico di Coldiretti Puglia delle evidenti conseguenze dei cambiamenti climatici, dove l’eccezionalità degli eventi atmosferici è ormai la norma, con una tendenza alla tropicalizzazione che si manifesta con una più elevata frequenza di manifestazioni violente, sfasamenti stagionali, precipitazioni brevi ed intense ed il rapido passaggio dal sole al maltempo, come accaduto nei primi 5 mesi del 2020 dove l’inverno bollente ha lasciato il posto ad una primavera pazza e si sono succeduti numerosi eventi estremi, secondo le elaborazioni su dati dell’European Severe Weather Database (ESWD), come 3 tornado di cui due in provincia di Bari e 1 in provincia di Lecce, 10 grandinate violente nel barese e sul Salento, 2 trombe d’aria nel barese e nel foggiano, frequenti nubifragi improvvisi, oltre alle nevicate di febbraio e le gravi gelate del 24 e 25 marzo scorsi.
L’effetto immediato da marzo ad oggi – aggiunge Coldiretti Puglia - è stata la perdita quasi totale del raccolto di ciliegie, delle mandorle, delle albicocche, con gravi danni ad ortaggi e patate.
“Gli agricoltori cercano di difendersi con le reti di copertura, con le coltivazioni in serra e con la manutenzione di terreni e canali e serre, ma spesso la furia delle tempeste è così violenta da far esplodere le protezioni, distruggere frutta e ortaggi e gonfiare d’acqua i terreni provocando pericolosi smottamenti. Dopo un anno di lavoro gli agricoltori vedono in pochi attimi azzerato il raccolto, mentre il granaio d’Italia sta ritardando la trebbiatura del grano perché le piogge ad intermittenza non consentono di iniziare le operazioni di raccolta”, insiste il delegato confederale di Coldiretti Foggia, Pietro Piccioni.
La Puglia convive da sempre con un vero e proprio paradosso idrico. Da un lato è dilaniata da annosi fenomeni siccitosi, come denunciato nel 2020 nelle province di Foggia, Bari e Taranto, dall’altro è colpita da alluvioni e piogge torrenziali, con l’aggravante che l’acqua non viene riutilizzata a fini irrigui, a causa della carenza e in alcune aree mancanza di infrastrutture ad hoc.
D’altro canto il clima impazzito, ormai una costante in Puglia, determina – insiste Coldiretti Puglia – la maturazione precoce dei prodotti agricoli come mandorli e peschi in fiore a febbraio, mimose già pronte a dicembre e a gennaio, maturazione contemporanea degli ortaggi in autunno. Il caldo anomalo e le precipitazioni violente rischiano ormai ogni anno – conclude Coldiretti Puglia – di incrinare l’andamento del settore agricolo pugliese. L’andamento climatico impazzito, poi, si abbatte su un territorio fragile, dove 232 comuni su 258 (78%) è a rischio idrogeologico con diversa pericolosità idraulica e geomorfologica«.