Bari e Provincia: crescono gli ospedali "rosa"
4 presidi ASL Bari premiati con i Bollini Rosa. Fondazione Onda, Osservatorio nazionale sulla salute della donna e di genere, ha assegnato oggi a Roma i riconoscimenti riservati a 354 ospedali “in rosa” italiani: Bollini Rosa per Altamura, San Paolo, Di Venere e Corato
Bari – Ospedali ASL Bari sempre più “a misura di donna”. Fondazione Onda, Osservatorio nazionale sulla salute della donna e di genere, ha assegnato quest’oggi a Roma i Bollini Rosa per il biennio 2022-2023 agli ospedali che offrono servizi dedicati alla prevenzione, diagnosi e cura delle principali patologie che riguardano l’universo femminile ma anche quelle che riguardano trasversalmente uomini e donne in ottica di genere.
Per la ASL Bari sono stati premiati quattro “Ospedali donna”: l’Ospedale della Murgia di Altamura con tre bollini rosa, l’Ospedale San Paolo di Bari con due, il “Di Venere” di Bari con un bollino, più la novità dell’Umberto I di Corato, che ha ricevuto anch’esso un bollino. Un risultato significativo per un’azienda sanitaria fortemente impegnata nel prevedere percorsi di integrazione ospedale-territorio capaci di coinvolgere i Distretti, i Consultori e la Medicina di base.
I servizi offerti dai nostri ospedali Bollini Rosa
All’Ospedale di Altamura è stato attribuito il massimo del punteggio grazie alle attività delle Unità operative di Nefrologia, Cardiologia e Neurologia, particolarmente orientate nella cura delle patologie femminili. L’Ospedale della Murgia offre, tra gli altri, percorsi specifici per le donne affette da sclerosi multipla che vogliono affrontare una gravidanza, per le donne e i minori vittime di violenza, screening per la prevenzione delle malattie renali nelle donne in menopausa e non solo, consulenze gratuite per aiutare le donne ad affrontare e superare la depressione post-partum e perimenopausale, nonchè supporto psicologico per le puerpere, incontri informativi sulla cardiologia di genere e la clown-terapia per migliorare, con il sorriso e con la musica, l’umore delle puerpere, delle loro famiglie e dei loro accompagnatori. Di particolare rilevanza la creazione, ad opera di volontari, della “Stanza del Sorriso”, nata per aiutare le pazienti oncologiche che affrontano il percorso chemioterapico a migliorare il proprio aspetto fisico, offrendo loro idee e consigli per fronteggiare meglio gli effetti indesiderati dei trattamenti.
Il San Paolo di Bari è stato il primo "Ospedale Donna" della ASL Bari e, sin dal 2008, ha realizzato percorsi dedicati alla salute delle donne, attivando la prima Breast Unit in Puglia, in cui opera un gruppo multidisciplinare per la diagnosi e terapia delle neoplasie mammarie.
Innumerevoli i programmi e le iniziative realizzate con le associazioni di volontariato per favorire l'umanizzazione delle cure (dallo yoga, alle tante attività espressive, dai laboratori di estetica oncologica, alle mostre d'arte, alle pitture murali, dalla medicina narrativa, alla musicoterapia e alla danza). Dal 2016 è stata realizzata e attivata una procedura innovativa per la protezione ospedaliera delle vittime e delle persone esposte a rischio, ora applicata in tutti gli ospedali aziendali, dopo l’adozione delle linee guida sul parto in anonimato. Il San Paolo, inoltre, è sede del servizio di Pianificazione familiare e ha attivato percorsi di supporto per i migranti, con una forte vocazione interculturale.
Tra gli altri servizi “a misura di donna” spiccano l'ambulatorio per la terapia del Linfedema nelle donne operate al seno, la Chirurgia Plastica che effettua ricostruzioni contestualmente a interventi di Chirurgia Senologica, l'uso dei caschetti refrigeranti in oncologia (per contrastare la perdita dei capelli causata dalla chemioterapia), la dermopigmentazione del capezzolo per le donne che hanno subito la mastectomia (ambulatorio in via d’attivazione), il servizio di Reumatologia, l'ambulatorio di Uroginecologia, l'ambulatorio specialistico per la Terapia del Dolore, il servizio di Psico-oncologia, le attività di clown terapia in Pediatria, la “stanza delle donne” (con biblioteca annessa) in Chirurgia Senologica, infine il punto di ascolto in Oncologia.
Il presidio ospedaliero “Di Venere” si è distinto soprattutto per la validità del percorso nascita che ha il suo punto di riferimento nell’unità operativa di Ostetricia e Ginecologia, dove viene garantita la presa in carico della gravidanza a rischio e a termine, con possibilità di parto-analgesia e parto in acqua; attività svolte in stretta sinergia con la Medicina Fetale per la diagnosi prenatale e con il PTA di Triggiano per il percorso pre-concezionale. Come pure è rilevante, in campo ginecologico, la chirurgia endoscopica per patologie benigne, come l’endometriosi, e per quelle di natura oncologica.
Ugualmente importante il riconoscimento tributato all’Ospedale di Corato, anche alla luce degli sforzi profusi durante l’emergenza sanitaria, segnatamente per le attività di Medicina interna (Reumatologia), Cardiologia, Ostetricia e Ginecologia.
In crescita Ospedali in rosa e servizi
Rispetto al biennio precedente gli ospedali premiati da Fondazione Onda sono aumentati, passando da 335 a 354. Oltre a una crescita numerica, assistiamo a un miglioramento qualitativo dei servizi erogati: gli ospedali che hanno ottenuto il massimo riconoscimento, tre bollini, sono infatti passati da 96 dello scorso Bando a 107 di questa edizione. 172 strutture hanno conseguito due bollini e 75 un bollino.
“La 10a edizione dei Bollini Rosa, che ha visto la partecipazione di 363 ospedali italiani e il patrocinio di 27 enti e società scientifiche – ha affermato Francesca Merzagora, Presidente Fondazione Onda - rinnova il nostro impegno nella promozione di un approccio gender-oriented all’interno delle strutture ospedaliere, riconoscendo l’importanza della sua promozione attraverso servizi e percorsi a misura di donna, in tutte le aree specialistiche”.
Come si diventa “Ospedale donna”
La valutazione delle strutture ospedaliere e l’assegnazione dei Bollini Rosa è avvenuta tramite un questionario di candidatura composto da oltre 400 domande, ciascuna con un valore prestabilito, suddivise in 15 aree specialistiche più una sezione dedicata alla gestione dei casi di violenza sulle donne e sugli operatori sanitari. Un apposito Advisory Board, presieduto da Walter Ricciardi, Professore di Igiene e Sanità Pubblica, Università Cattolica del Sacro Cuore di Roma, ha validato i bollini conseguiti dagli ospedali, tenendo in considerazione anche gli elementi qualitativi di particolare rilevanza non valutati tramite il questionario (servizi e percorsi speciali, iniziative e progetti particolari, ecc..).
Tre i criteri di valutazione tenuti in considerazione, la presenza di: specialità cliniche che trattano problematiche di salute tipicamente femminili e trasversali ai due generi che necessitano di percorsi differenziati, tipologia e appropriatezza dei percorsi diagnostico-terapeutici e servizi clinico-assistenziali in ottica multidisciplinare gender-oriented, l’offerta di servizi relativi all’accoglienza delle utenti alla degenza della donna a supporto dei percorsi diagnostico-terapeutici (volontari, mediazione culturale e assistenza sociale) e infine il livello di preparazione dell’ospedale per la gestione di vittime di violenza fisica e verbale.
A partire dal 10 gennaio 2022 sul sito www.bollinirosa.it sarà possibile consultare le schede degli ospedali premiati, suddivisi per regione, con l’elenco dei servizi valutati.
Una particolare attenzione è rivolta quest’anno al tema delle lesioni perineali durante il parto che riguarda circa l’85 per cento delle donne che partoriscono, con un 3 per cento che riporta lesioni perineali di III o IV grado che coinvolgono anche lo sfintere anale. Per questo sono state assegnate delle “menzioni speciali” agli “Ospedali amici del Perineo”, ovvero 30 strutture con i Bollini Rosa che si distinguono per l’impegno nel campo della prevenzione e nella gestione del trauma perineale correlato all’evento nascita.