La denuncia di una cittadina indignata: 'quella potatura è aggressiva e lesiva della salute dei pini che erano in ottime condizioni e non davano alcun fastidio'
Putignano Ba - Il 20 aprile scorso, presso la Stazione delle “Ferrovie del Sud Est Srl ” di Putignano, è stata effettuata una “cimatura” degli alberi presenti in quell’area, che è notoriamente dannosa per i pini, nonché aperta e mutilata la loro chioma, mettendo in pericolo la corretta vegetazione e addirittura la vita degli alberi.
Esordisce così un’accorata lettera aperta a forma Caterina Galeotti che, motivandolo, definisce senza mezzi termini l’intervento di manutenzione del verde così come operato, uno 'scempio'. In sintesi la ditta 'non si sa da quale soggetto incaricata', avrebbe effettuato una potatura aggressiva e lesiva della salute dei pini che, di fatto, sembravano essere in buone condizioni, né sembrava creassero problemi.
Al contrario – prosegue la lettera – quei pini costituiscono una risorsa ed un patrimonio importante per la popolazione di Putignano. Stando all’opinione condivisa degli agronomi infatti, il periodo più adatto per potare i pini è l’autunno-inverno, quando sono in riposo vegetativo, mentre questo 'improvvido' intervento è stato effettuato a primavera inoltrata, nella cosiddetta fase vegetativa degli alberi, compromettendone le funzioni vitali e mettendone in pericolo la sopravvivenza.
Tale iniziativa – prosegue la lettera - può essere definita una ferita inflitta al patrimionio ed al benessere di ogni singolo cittadino di Putignano, ingiustificata e contraria alla normativa vigente, che tutela gli alberi di alto fusto, e prevede una procedura da rispettare in caso sia necessario effettuarne la manutenzione e la cura. Quello che invece appare, agli occhi del cittadino che si rechi oggi alla stazione ferroviaria di Putignano, è solo una potatura errata e dannosa per gli alberi.
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A fronte di tali fatti contestati, nella lettera si legge inoltre che è stata prontamente presentata formale richiesta di chiarimenti ai soggetti ritenuti responsabili di tale intervento, ricordando che il verde pubblico è un patrimonio tutelato dalla legge e lo sono anche i pini della Stazione ferroviaria, che hanno un rilievo storico-ambientale.
Non da ultimo, la scrivente punta anche il dito su quelle che dovrebbero essere le reali priorità veramente utili e necessarie di Ferrovie del Sud Est Srl, e della Spa Ferrovie Italiane (socio unico che ha rilevato la Srl Ferrovie del Sud Est) ciascuna per il proprio settore di competenza.
Le priorità principali delle ferrovie dovrebbero essere prettamente concentrate sull'efficienza dei treni, che ancora dopo l'8 aprile (sul sito è apparsa la comunicazione che ci sarebbe stato un miglioramento del servizio) continuano a fare ritardo; e sulla pulizia e igiene di essi... Gli interventi ingiusti e malfatti sui pini della stazione sembrano solamente un 'diversivo', per far vedere che qualcosa viene fatto, quando in realtà non si fa niente delle priorità.
Scopo di questa denuncia pubblica, conclude la cittadina indignata, è quella di sensibilizzare la popolazione putignanese, che da troppo tempo assiste indifferente alle sistematiche potature selvagge del verde pubblico in tutta Putignano, tutte attuate in spregio della buona tecnica arboricola ed agraria, considerando gli alberi come fossero erbacce fastidiose.
L'episodio segnalato ripopone altresì un quesito ad oggi irrisolto: perché la locale amministrazione comunale non ha ancora dato attuazione alla delibera pure approvata dal Consiglio Comunale del 9 febbraio 2015, relativa al censimento e alla creazione dell’elenco degli alberi monumentali? La Legge n.10 del 14 gennaio 2013: "Norme per lo sviluppo degli spazi verdi urbani", obbliga ogni Comune a censire i propri alberi monumentali, a raccogliere i dati negli elenchi regionali, ad aggiornarli e alla cui gestione provvede il Corpo forestale dello Stato.
Va ricorda inoltre che, per garantire la massima tutela agli esemplari monumentali, la legge stabilisce che chi ne provoca il danneggiamento o addirittura l'abbattimento, salvo il fatto che quest'atto costituisca reato, va incontro a sanzioni amministrative comprese tra i 5mila e i 100mila euro.