Dalla Corte dei Conti Lombardia il primo via libera ai rimborsi. Interpellata dal Comune di Milano, afferma che si può procedere ai rimborsi per la quota variabile della TARI pagata ingiustamente attingendo dalla fiscalità generale comunale. A Putignano invece, solo silenzi
Il caso della quota variabile della TARI (tassa rifiuti) applicata ulteriormente in maniera illecita sulle pertinenze delle utenze domestiche, sollevata dal deputato pugliese Giuseppe L’Abbate (M5S) lo scorso autunno, tiene ancora banco.
Il 10% dei Comuni incappato nell’errore, tra cui c'è anche Putignano, infatti, nelle ultime settimane ha provveduto a correggere i propri regolamenti comunali e sta inviando le prime bollette ai contribuenti.
Quest’ultimi, però, nonostante la circolare ministeriale 1/2017 del Ministero dell’Economia e delle Finanze e le risposte ottenute in Parlamento dal deputato 5 Stelle dall’allora Governo Gentiloni, stenta ancora a vedersi riconosciuti i dovuti rimborsi relativi alle somme sborsate in eccedenza.
La giustificazione dei Comuni consisteva nel non sapere da quale voce del proprio bilancio prelevare tali somme. A chiarire la questione giunge, finalmente, la Corte dei Conti Lombardia: rispondendo ad un quesito del Comune di Milano (implicato nell’errore scovato dal deputato L’Abbate), ha sancito che si può fare ricorso alla copertura a carico del bilancio.
Con la determinazione n. 139/2018 la sezione lombarda della Corte dei Conti afferma difatti che “il rimborso della quota variabile della TARI non dovuta e di competenza di esercizi finanziari precedenti può trovare copertura in entrate ascrivibili alla fiscalità generale”.
“Pertanto quei Comuni restii a restituire le somme perché ritenevano di non avere un avallo legale, ora possono serenamente ridare ai cittadini il maltolto, senza temere di incappare in eventuali danni erariali – dichiara il deputato Giuseppe L’Abbate (M5S) – Nelle mie interrogazioni parlamentari avevo indicato la possibilità di utilizzare anche l’accantonamento del 5 per mille delle entrate annue suggerito dalle linee guida del MEF per coprire eventuali sorprese in corso d’opera.
Se i Comuni hanno rispettato i dettami ministeriali possono contare, pertanto, su un 2% messo da parte in 4 anni che già può coprire parte dei rimborsi, se non tutti. Qualcosa appare muoversi nel Comune commissariato di Conversano – prosegue L’Abbate (M5S) – mentre a Polignano a mare, da dove tutto è partito, il Sindaco Domenico Vitto (PD), nonché Presidente Anci Puglia, stenta a dare risposte ai contribuenti. Nessuna pronuncia dal Comune nemmeno a Putignano.
Un aiuto glielo ha dato ora il suo collega di Milano Giuseppe Sala (PD) che, più coscienziosamente e con maggiore rispetto nei riguardi dei propri concittadini, ha interpellato la Corte dei Conti regionale. Dal Sindaco dei Sindaci pugliese sinora solo silenzi. E chissà se il suo dirigente alle finanze, che paragonò la circolare ministeriale del MEF al semaforo rosso a Napoli, riterrà anche questa sentenza della Corte dei Conti come un mero consiglio e continuerà a costringere i cittadini a ricorrere alla Commissione Tributaria. In tal caso – conclude il deputato 5 Stelle – non mi esimerò dal presentare una denuncia alla Corte dei Conti per danno erariale. L’arroganza del potere deve finire!