Riceviamo e pubblichiamo la seguente nota stampa a firma dell'Ing. Sebastiano Sisto

Allagamento via Turi PutignanoPutignano Ba - Il testo integrale della nota. Prendendo spunto dall’ultimo articolo comparso sulla stampa locale, relativo ai disagi verificatisi in diverse zone del centro abitato di Putignano, ritengo opportuno riprendere un argomento già più volte affrontato in sede tecnica che riguarda la evidente carenza di impianti di raccolta, convogliamento e dispersione delle acque bianche.



Infatti negli ultimi anni, a seguito dei frequenti allagamenti che si sono verificati nelle zone più depresse del territorio (zona industriale, viale cav. Di Malta, viale G. Murat, viale Federico II, viale della Repubblica, via Turi, Scuola Parini, via Petruzzi, via Conciliazione, ecc.) le varie amministrazioni comunali che si sono succedute negli anni 2000, anche sollecitati dai vincoli imposti dalla Autorità di Bacino (AdB), hanno tentato di intervenire con progetti e finanziamenti limitati per risolvere i problemi più urgenti che producevano ingenti danni alle attività produttive (vedi zona industriale, zona Futural) oltre ad altri interventi più limitati e con risultati meno soddisfacenti (via Petruzzi, viale della Repubblica, zona Parini).

La problematica degli allagamenti infatti non può essere risolta con interventi isolati e privi di coordinamento perché sono principalmente causa di una eccessiva espansione del territorio urbano, di una carenza di progettazione urbanistica e di una diffusa mancanza di attenzione da parte di privati e progettisti nel prevedere superfici drenanti e sistemi di accumulo dell’acqua piovana diffusi in tutte le superfici edificate private che, ricordo, sono molto più estese delle aree pubbliche (strade) e sversano le loro acque piovane tutte sulle strade che sono state considerate fino ad ora quali “ricettori naturali” di tutte le acque (nere e bianche).

E’ superfluo ricordare come sia modificata nei secoli l’utilizzo delle acque che un tempo venivano tutte raccolte nelle cisterne e che invece oggi vendono riversate sulle strade e, molto spesso, anche nella fogna nera con conseguente grave e frequente disfunzione.

Ricordo anche quanto sia difficile convincere i privati (e purtroppo anche i tecnici)

‐     ad adottare superfici drenanti e realizzare superfici a verde (sporcano, danno fastidio, costano nella manutenzione!!!);

‐     realizzare cisterne di accumulo delle acque piovane per irrigazione, lavaggi, ecc.;

‐     realizzare sistemi di dispersione localizzati e diffusi.

Si comprende infatti come sia complicato e rischioso convogliare e accumulare grandi quantità di acqua in un solo punto del territorio perché si possono così produrre gravi danni in occasione di mancato funzionamento risultando più efficiente, meno costoso e più sicuro invece intervenire in maniera attenta ed efficace su tutto il territorio limitando le quantità di acqua riversate sulle strade che invece sono realizzate per altri scopi (transito veicolare e pedonale).

A questo proposito faccio notare come sia veramente assurdo che, ad esempio, i viali attentamente impermeabilizzati(!!), di tante villette presenti sul territorio extraurbano vadano a scaricare sulle strade comunali grandi quantità di acqua e con esse i materiali trasportati (sabbia, terra, foglie, ecc.).

Nonostante queste considerazioni, che sembrano assolutamente comprensibili, e le disposizioni e leggi statali, regionali e comunali ottengono scarso riscontro da parte dei privati per i quali occorre effettuare un intervento di carattere “culturale” ma soprattutto dei tecnici (pubblici e privati) che svolgono spesso una attività contraddittoria e sicuramente non diffusa nella applicazione sulle singole opere: mi riferisco per esempio alla realizzazione dei marciapiedi che vengono ricostruiti sempre con sistemi di impermeabilizzazione totale e non ultima la realizzazione della nuova Piazza A. Moro dove addirittura (nonostante le giustificate lamentele e disagi diffusi) si continua a progettare ed approvare un intervento che vede una discreta superficie trattata a verde da irrigare con acqua potabile senza prevedere alcuna raccolta di acqua piovana.

(Putignano, 14.09.2024, Ing. Sebastiano Sisto)