Incendiarono automezzi per intimorire testimoni, arrestati due pregiudicati
Putignano (Ba) - Su ordine di custodia cautelare emesso dal Gip del Tribunale di Bari, su richiesta della Procura Distrettuale Antimafia del capoluogo pugliese, i carabinieri della Stazione di Putignano hanno arrestato ANTONIO CATUCCI, 26 anni, e FLORIANO LEONARDO NETTI, 27 anni, pregiudicati entrambi residenti a Putignano, con l’accusa di concorso doloso e danneggiamento.
Non semplici vandali Catucci e Netti, ma pericolosi criminali che il 16 maggio scorso strategicamente decidono di dar fuoco a un autocarro e a un ciclomotore a due putignanesi “colpevoli” di aver contribuito con le loro dichiarazioni a far luce su un traffico di sostanze stupefacenti e portato in carcere 15 spacciatori putignanesi e sequestrato tre milioni di euro, fra gli arrestati anche il padre di Floriano Netti, GIOVANNI VITO NETTI.
L’operazione “Barracuda” condotta dai Carabinieri della Compagnia di Gioia del Colle, coordinata dalla Procura di Bari, era avvenuta solo qualche giorno prima, l’11 maggio scorso. La “vendetta” del Netti junior, per l’arresto del padre, non si era fatta attendere: individuati i possibili informatori degli investigatori e i beni mobili di loro proprietà, insieme a Catucci aveva deciso di distruggerli. Netti si era procurato una bottiglia di liquido infiammabile e aveva versato il contenuto su un autocarro e un motociclo; l’incendio provocato era tuttavia sfuggito di mano e aveva interessato non solo altre auto parcheggiate nelle vicinanze, ma anche un’officina meccanica e le facciate di alcune abitazioni, provocando danni per diverse migliaia di euro.
Gli investigatori giunti sul posto avevano subito constatato che non si trattava di un semplice atto vandalico, ma di un vero e proprio “avvertimento di origini mafiose” finalizzato a costringere alla ritrattazione di coloro che a loro modo di vedere avevano “sgarrato”. Non solo, finalizzato anche a dare un messaggio ai putignanesi che avessero voluto contribuire alla crescita della legalità.
“L’obiettivo non è stato raggiunto – ha commentato il Procuratore della Direzione Distrettuale di Bari, Antonio Laudati – perché lo Stato è stato in grado di affermare il principio di legalità sul territorio e assicurare i due criminali alla Giustizia. Il messaggio, quindi, lo abbiamo inviato noi a tutti coloro che hanno collaborato all’inchiesta che, oggi, hanno la certezza non solo di aver contribuito a smantellare una pericolosa rete di spacciatori nel Sud-Est Barese, ma sanno che lo Stato non li ha abbandonati”.