SI FINGONO ASSISTENTI SOCIALI E TENTANO DI TRUFFARE COPPIA DI ANZIANI
PRESE MADRE E FIGLIA
Alberobello (Ba) - Dopo essersi qualificate come assistenti sociali, sono entrate in casa di due anziani coniugi con l’intento d’impossessarsi del libretto di risparmio e di denaro contante, ma la diffidenza nutrita dall’anziano e la perspicacia dei militari hanno consentito di smascherare madre e figlia truffatrici.
È accaduto ieri mattina ad Alberobello, dove i Carabinieri della locale Stazione hanno tratto in arresto la 45enne Giovanna Scalora Resizzi e sua figlia Fortunata Sesta, di 23, entrambe di Siracusa, ma dimoranti a Mola di Bari, già note alle Forze dell’Ordine, accusate di tentato furto e sostituzione di persona.
Tutto ha avuto inizio verso le 8.30, quando due donne giunte presso l’abitazione di una coppia di coniugi (85enne lui, 83enne lei) e presentatesi come assistenti sociali, hanno fatto in modo di farsi accogliere in casa. Una volta all’interno, hanno chiesto di visionare il libretto della pensione e di mostrare loro il posto in cui i due coniugi custodivano il denaro, poiché avrebbero dovuto percepire un aumento di 100 euro. L’85enne, insospettitosi della insolita richiesta, ha ribadito di voler attendere in quanto avrebbe voluto contattare la sua assistente sociale. A tale affermazione una delle due donne, sottraendo con violenza l’agenda telefonica presa nel frattempo dall’uomo, ha riferito che l’avrebbe contattata lei stessa, poiché era una sua amica. Quindi, la donna ha composto un numero sul proprio cellulare e ha ingaggiato una conversazione telefonica, ben presto risultata fasulla, poiché alla richiesta dell’uomo di voler interloquire personalmente, la donna ha interrotto la comunicazione per poi inveire contro l’anziano, alzando il tono della voce allo scopo d’intimorire l’uomo. Nel frattempo, invece, la complice ha approfittato a girovagare per le stanze dell’abitazione, tentando di convincere l’anziana coniuge a condurla nel luogo in cui custodiva il denaro. A questo punto, avendo realizzato che si trattava di un tentativo di raggiro da parte, l’uomo ha iniziato ad urlare, cacciando fuori di casa le due donne e telefonando alla caserma dei Carabinieri, fornendo così ai militari una descrizione dettagliata delle due donne.
Le ricerche avviate dagli uomini dell’Arma, diramate anche ad una pattuglia del locale Istituto di vigilanza, ha consentito a quest’ultima di rintracciare le due donne mentre si apprestavano a salire a bordo di una Fiat Panda. Prontamente bloccate, i Carabinieri hanno proceduto al controllo, durante il quale le due fermate non sono riuscite a mascherare il loro forte imbarazzo e l’evidente stato di agitazione. A questo punto, la donna più grande, non avendo un documento d’identità, ha fornito ai militari delle generalità, che subito dopo sono risultate non veritiere, poichè da un controllo eseguito all’interno del veicolo, gli operanti hanno rinvenuto un estratto conto bancario riportante un nominativo diverso da quello fornito dalla stessa e che, a domanda dei militari, non hanno saputo fornire una spiegazione plausibile.
Condotte in caserma per approfondire gli accertamenti, i carabinieri hanno appurato altresì che sul conto della 45enne pendeva un ordine di carcerazione emesso dalla Procura Generale della Repubblica presso la Corte di Appello di Catania, in quanto condannata ad espiare la pena di tre anni e due mesi di reclusione per tentato furto aggravato in concorso.
Ultimati gli accertamenti ed acclarate le responsabilità in ordine a quanto accaduto, madre e figlia sono state arrestate e poi rinchiuse nel carcere di Bari, ove la 45enne dovrà rispondere anche di falsa dichiarazione a pubblico ufficiale sull’identità personale.