stalkingATTI PERSECUTORI: CHE COSA SONO ?

Gli "atti persecutori", indicati gergalmente con la parola anglosassone “stalking” (letteralmente significa "fare la posta"), in termini psicologici sono un complesso fenomeno relazionale, indicato anche come "sindrome del molestatore assillante" e, seppur articolato in una moltitudine di dettagli, è tuttavia possibile descriverne i contorni generali.

I protagonisti principali sono il "persecutore" o molestatore assillante (l'attore), la vittima e la relazione "forzata" e controllante che si stabilisce tra i due e finisce per condizionare il normale svolgimento della vita quotidiana della persona offesa, provocando un continuo stato di ansia e paura. I comportamenti persecutori sono definiti come "un insieme di condotte vessatorie, sotto forma di minaccia, molestia, atti lesivi continuati che inducono nella persona che le subisce un disagio psichico e fisico e un ragionevole senso di timore".

Quindi, non sono tanto le singole condotte ad essere considerate persecutorie, ma piuttosto è la modalità ripetuta nel tempo, contro la volontà della vittima, che riassume in sé il principale significato delle condotte persecutorie.

 

IL "PERSECUTORE"

Lo "stalker" o "molestatore assillante" è colui che mette in atto quell'insieme di condotte che possono essere sintetizzate, a titolo d'esempio, nel seguire la vittima nei suoi movimenti per controllarla o meglio "appostarsi" alla sua vita.

Può essere un conoscente, un collega, un estraneo, oppure, nella maggior parte dei casi, un ex-partner. In genere gli stalker agiscono, in quest'ultimo contesto, per recuperare il rapporto precedente o vendicarsi per essere stati lasciati.

LA VITTIMA

Lo stalking vede come vittime, nella maggior parte delle volte, le donne anche se non mancano casi inversi (il rapporto è di circa 3:1); uomini e donne che in oltre l'80% dei casi si conoscevano o perché ex partner (il 50% di tutti i casi) o perché amici, o colleghi di lavoro. L'età delle vittime varia dai 14-16 anni fino all'età adulta, mentre il fenomeno sembra diminuire dopo i 50 anni.

Questi risultati si riferiscono chiaramente ai casi denunciati e non danno contezza completa della realtà del fenomeno perché prendono in considerazione solo la punta dell'iceberg ed escludono il cosiddetto "numero oscuro".

La vita di una persona perseguitata cambia radicalmente fino a impregnarsi di paura per l'imprevedibilità di quello che potrebbe accadere. La vittima si sente costantemente controllata e "guardata a vista" e subisce continue umiliazioni per le scritte oscene lasciatele sotto casa, sulla macchina, o per il danneggiamento delle proprie cose. Tutto questo può provocare ansia, insonnia fino a sfociare in un vero e proprio disturbo post traumatico da stress, compromettendone l'attività lavorativa e le relazioni sociali.

 

CONSIGLI

Dal momento che non tutte le situazioni di stalking sono uguali, non è possibile generalizzare facilmente sulle modalità di difesa che devono essere adattate alle circostanze e alle diverse tipologie di persecutori.

Si possono tuttavia dare dei suggerimenti in linea generale:

­        tenete presente che prendere consapevolezza del problema è già un primo passo per risolverlo. A volte, invece si tende a sottovalutare il rischio e a non prendere le dovute precauzioni come per esempio, informarsi sull'argomento e adottare dei comportamenti tesi a scoraggiare, fin dall'inizio, comportamenti di molestia assillante;

­        ricordate che, in alcune circostanze, di fronte ad una relazione indesiderata, è necessario "dire no" in modo chiaro e fermo, evitando improvvisate interpretazioni psicologiche o tentativi di comprensione che potrebbero rinforzare i comportamenti persecutori dello stalker;

­        la maggior parte delle ricerche ha rilevato che la strategia migliore sembra essere l'indifferenza. Infatti, sebbene per la vittima risulti difficile gestire lo stress senza reagire, è indubbio che lo stalker "rinforza i suoi atti sia dai comportamenti di paura della vittima, sia da quelli reattivi ai sentimenti di rabbia;

­        cercate di essere prudenti e quando uscite di casa evitate di seguire sempre gli stessi itinerari e di fermarvi in luoghi isolati e appartati;

­        in caso di molestie telefoniche, tentate di ottenere una seconda linea e utilizzate progressivamente solo quest'ultima. Registrate le chiamate (anche quelle mute). Ricordate che per far questo è necessario, al momento della telefonata, rispondere e mantenere la linea per qualche secondo (senza parlare), in modo da consentire l'attivazione del sistema di registrazione dei tabulati telefonici;

­        tenete un diario per riportare e poter ricordare gli eventi più importanti che potrebbero risultare utili in caso di denuncia;

­        raccogliete più dati possibili sui fastidi subiti, per esempio, conservate eventuali lettere o e-mail a contenuto offensivo o intimidatorio;

­        tenete sempre a portata di mano un cellulare per chiamare in caso di emergenza;

­        se vi sentite seguiti o in pericolo, chiedete aiuto, chiamate un numero di pronto intervento, come per esempio il "112" o rivolgetevi al più vicino Comando Carabinieri.

NORMATIVA

Il 18 giugno 2008 il Consiglio dei Ministri ha approvato il disegno di legge dal titolo "Misure contro gli atti persecutori" che introduce nel Codice Penale una nuova figura di reato riferibile allo stalking.

In accordo con quanto prevede l'iter legislativo, il suddetto disegno di legge è stato convertito con decreto legge 23 febbraio 2009 n. 11 "Misure urgenti in materia di sicurezza pubblica e di contrasto alla violenza sessuale, nonché in tema di atti persecutori", che istituisce il reato di stalking (atti persecutori) con l'inserimento dell'art. 612-bis nel Codice Penale.

Il 16 gennaio 2009 è stato firmato un protocollo d'intesa tra il Ministro per le Pari Opportunità Mara Carfagna, il Ministro della Difesa Ignazio La Russa, alla presenza dell’allora Comandante Generale dell'Arma dei Carabinieri, Gianfrancesco Siazzu, finalizzato a rendere più efficace il contrasto al fenomeno dello stalking. In attuazione del protocollo d'intesa è stata siglata una convenzione, che avrà la durata di 1 anno, in cui il Dipartimento affida all'Arma dei Carabinieri l'esecuzione di un progetto di analisi e monitoraggio del fenomeno delle violenze perpetrate sotto forma di atti persecutori, violenti, sessualmente finalizzati o vessativi verso vittime vulnerabili, non già diversamente tutelate.Il suddetto Decreto Legge è stato convertito in legge, con modificazioni, con Legge 23 aprile 2009, n. 38.

LA SEZIONE ATTI PERSECUTORI

In attuazione al protocollo d'intesa tra il Ministro per le Pari Opportunità e il Ministro della Difesa, l'Arma ha istituito, presso il Reparto Analisi Criminologiche (RAC), del Raggruppamento Carabinieri Investigazioni Scientifiche (RaCIS), una Sezione, denominata "Atti persecutori, con specifiche competenze scientifiche. La Sezione Atti Persecutori, composta da 13 militari, svolge le proprie attività in sinergia con le altre due Sezioni del RAC: la Sezione "Analisi" che si occupa di ricercare elementi di connessione tra fatti delittuosi, riconducibili alla stessa tipologia di reato o a fattispecie comunque correlati (es. omicidio e violenza sessuale), utilizzando specifiche professionalità e tecnologie informatiche e la Sezione "Psicologia" per le competenti valutazioni sul profilo psicologico degli autori di delitti.

In particolare, la Sezione "Atti Persecutori", provvede a sviluppare studi e ricerche di settore rivolti all'approfondimento del fenomeno e all'aggiornamento delle strategie di prevenzione e contrasto agli atti persecutori, riconducibili a condotte di stalking, anche attraverso collaborazioni con la comunità scientifica ed avvalendosi di uno specifico archivio per l'analisi statistica dei dati. Una parte dell'attività è rivolta alla formazione e all'addestramento, sulla specifica tematica, del personale dell'Arma dei Carabinieri.